Forever Worlds: "Enter the Unknown"

La vita eterna: sogno di molti, che ha dato spunto a romanzi, film e videogiochi. Qualcuno ricorderà sicuramente l’indimenticato Indy in "L’ultima crociata" dove lo scopo era ritrovare il Graal per avere la vita eterna. La Dreamcatcher Interactive ha “riesumato” questo antico sogno proponendoci Forever Worlds, che sicuramente non ha nulla a vedere con il gioco di “Indy”, ma ne ricalca l’argomento in una visione diversa e più fantasy.

Alcuni scienziati sono dediti a ricerche scientifiche con lo scopo di migliorare il futuro delle persone: scoprendo nuove tecnologie con cui migliorare il benessere e cose di questo tipo; Doc Maitland, scienziato ed esploratore, invece è alla ricerca della vita eterna, dedicandoci parecchi anni della sua vita.

Finalmente sembra che le sue fatiche vengano premiate, quando scopre che in Amazzonia esiste un albero che ha la capacità di trasportare, tramite un portale spazio-temporale, verso altri mondi. Questi anni dedicati alla ricerca, non lo hanno però distolto dai suoi doveri coniugali e infatti ha trovato il tempo di fare una figlia: Nancy, che non avendo più sue notizie, inizia a preoccuparsi e chiede aiuto al suo fidanzato Jack Laser. Forse penserete che i due saranno uniti alla ricerca di Doc: sbagliato..partono insieme, ma solo Jack si mette alla sua ricerca e Nancy se ne sta tranquilla ad aspettare sulla barca che li ha condotti sino in Perù. Jack trova l'albero magico e da qui, in questo rocambolesco preambolo, inizia la sua avventura alla ricerca di Doc.

Le animazioni iniziali lasciano ben sperare dal lato grafico, ma ci si rende subito conto della differenza tra le animazioni e il resto della grafica; in questo contesto vi sono due sostanziali differenze: esterni poco richi di dettagli e definiti; interni con una buona definizione e alcune volte più .curati 

Molte scenografie sono infatti molto simili come i villaggi che sembrano tutti uguali e le zone delle foreste che appaiono piuttosto appiattite. Diciamo subito che si salvano alcuni interni come: la hall dell'albergo e il tempio.. curate, colorate e con molti particolari, mentre tutti gli altri ambienti sono a livello spartano con il minimo indispensabile.

L’impressione di questa diversità grafica è notevole e si ha la netta impressione che non sia stata un’unica mano a disegnarle; troppo disuguale. Il protagonista si vede in qualche animazione con altri personaggi "umani", che sono ben disegnati, ma per il resto si vedranno solo degli ectoplasmi. Si incontreranno animali parlanti: lucertole, condor, pappagalli, che a livello grafico, sono forse la cosa migliore del gioco.

Il sonoro è soprattutto legato ai rumori di fondo, essendo ambientato in una foresta e si sentirà il solito cinguettare degli uccelli e il solito rumore delle porte negli interni. Le voci dei personaggi sono abbastanza buone così come quelle degli animali parlanti che parlano di continuo. La musica di fondo interviene di rado e quando lo fa non è mai fastidiosa; l’unico luogo con un po’ di musica Jazz è nella hall dell’albergo.

Il gioco è in prima persona a classico punta e clicca, rotazione a 360° per una visuale completa con una sua particolarità: bisogna tenere premuto il tasto sx e muovere il mouse trovandosi molte volte al di fuori del tappetino.

Tutte le volte che si cambierà inquadratura, cambia a suo volta il punto di vista e spesse volte si sarà disorientati, trovandoci nella stessa direzione da cui si è arrivati. Succede specialmente negli esterni, dove a volte l'ambiente ha pochi punti di riferimento, quindi bisogna avvalersi alla freccia direzionale con non poche frustazioni. Stessa situazione avviene anche negli interni e parecchie volte si sarà costretti a piroette per orizzontarsi nel luogo.

Forse credete le brutte notizie finiscano qui..neanche per sogno.. continuiamo con l'interfaccia, alquanto ostica e irreale: all'inventario si accede con il pulsante in basso a dx e per usare un oggetto si deve cliccare: prima sull'oggetto che si vede ingrandito, poi finalmente si clicca sull'oggetto, poi si clicca per tornare alla schermata e poi si deve cliccare ulteriormente per usare l'oggetto. Non azzardatevi a sbagliare oggetto: pena la sua sparizione e ricominciare tutto da capo. Al menu generale si accede con il tasto dx con le solite opzioni.

Già il fatto che sia difficile orientarsi, potrebbe già risultare un enigma: portali nei quali si entra e una volta nel luogo bisogna “arrangiarsi” nel girare finché si trova un punto dove ci sia un'attività interagibile. Si avanza alla cieca, girando di continuo per cercare un qualcosa che abbia un senso, un punto interagibile, un assaggio..insomma trovare un punto per fare qualcosa. 

Gli enigmi che si incontreranno saranno risolti in automatico: trovarlo, cliccare sugli oggetti nell'inventario e l'enigma è risolto. La maggior parte sono da follia pura e senza senso alcuno, come quello dei suoni da riprodurre: si sente per alcuni attimi un motivetto da riprodurre su una strumentazione a ottave inferiori: da professore di musica e non da avventuriero, per non parlare poi della ricerca inutile di quattro anfore da riempire, ammattire per riempirle ed alla fine ne serve soltanto una.

In sostanza bisogna affidarsi alla fortuna, cliccare dove capita, cercare, girare per trovare un luogo, un oggetto senza sapere cosa e dove cercarlo: tutto casuale. Tutto questo toglie interesse, rende nervosi, aggiungiamoci una trama poco interessante, non capire cosa si sta facendo e cosa si deve fare, una grafica per nulla entusiasmante e avrete tra le mani gli ingredienti per un’Ag al di sotto delle media.

Evitate!!!

Recensione a cura di: marianna la gatta

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