Per la prima volta mi trovo a recensire un gioco dei Daedalic, il gruppo tedesco di creatori di AG più prolifico al momento. Devo confessare, come molti di voi sapete se frequentate il forum, che sono sempre stato piuttosto freddino nei confronti delle loro avventure, le ho sempre trovate poco ispirate, oppure, nel peggiore dei casi, noiose, grigie e monotone.
Avevo gradito però il loro A new beginning, un’avventura sperimentale a tematica ecologista (una boccata d’aria fresca nella loro produzione), sebbene presentasse numerosi buchi di trama e imprecisioni e non osasse addentrarsi troppo a fondo nella tematica dell’inquinamento mondiale, limitandosi solo a sfiorarlo con leggerezza.
Al contrario, trovo stentati i loro tentativi di creare giochi a sfondo umoristico. Quindi non parlatemi mai di Deponia. Attendo invece impazientemente di essere un po’ più libero da impegni per poter provare le due AG ambientate nell’universo di The Dark Eye.
Ho fatto questa premessa noiosa e pallosa, per far capire a chi leggerà la recensione come mi pongo nei confronti delle opere Daedalic. Credo sia importante se qualcuno di voi leggerà questa recensione e la userà come ago della bilancia per l’acquisto di The Night of the Rabbit.
In questo gioco controlleremo Jerry Hazelnut, un ragazzino di dodici anni intento a godersi gli ultimi giorni di vacanza estiva prima del rientro sui banchi di scuola. Il protagonista vive con la madre in una casetta vicino ad un bosco e sogna di diventare un grande mago. Un giorno, improvvisamente, Jerry si imbatte in un baule da mago e davanti ai suoi occhi appare il Marquis de Hoto, un coniglio alto e vestito elegantemente. Si scoprirà che questo amico orecchiuto (niente a che vedere con Bugs Bunny, per la cronaca) è un Treewalker, cioè una creatura dotata di poteri magici in grado di viaggiare tra i mondi e le dimensioni, attraverso dei portali insiti negli alberi stessi. Jerry diventa così apprendista del “mago”, con la promessa che sarà di ritorno per ora di cena, e viaggia attraverso un primo portale con de Hoto. L’azione si sposterà così nella città di Mousewood, un piccolo paesino in miniatura governato da piccoli roditori e animaletti parlanti di tutti i tipi.
Mi sembra chiaro che ci troviamo di fronte a un gioco di tipo fantasy-fiabesco, ci sono animali parlanti, viaggiatori dimensionali, strane creature misteriose, corvi cattivi e un dodicenne che cerca di coronare il proprio sogno… qualcuno ha detto Simon the Sorcerer? In effetti qualche similitudine c’è, ma Simon era un gioco votato all’umorismo e apparteneva a un filone fantasy più tradizionale ispirato palesemente da Monkey Island, invece The Night of the Rabbit è un gioco più serio, con vari elementi fiabeschi.
Forse chi l’ha ideato ha voluto rendere con qualche citazione un piccolo omaggio alle avventure di Simon, ma il parallelo termina qui. Giocando a quest’AG Daedalic avrete la fortissima sensazione di trovarvi di fronte a una fiaba come “Il vento tra i salici”, con un’infarinata sorniona di elementi e riferimenti alle avventure classiche e ovviamente qualche battuta qua e là (e finalmente sono simpatiche le battute!).
Ma non tutto è come sembra, ricordatelo, e anche in questo mondo “pacioccoso” e dolce saltano fuori sorprese e elementi inquietanti. Spesso si respira un’aria malinconica, sognante e struggente, non ci sono solo scherzi e risate e buffonerie… Ci sono personaggi di poco spessore e altri più importanti, ricchi di carisma e i dialoghi sono di ottima fattura: gli attori inglesi che recitano le battute sono bravissimi, e il mondo di gioco pullula di vita.
Lo stile grafico dei fondali e dei personaggi è ben curato e ben si adatta a quest’ambientazione: le foglie si muovono e svolazzano qua e là, i personaggi sono ben animati e le loro espressioni facciali variano spesso esprimendo i vari stati d’animo del momento che si accompagnano all’azione.
Le musiche e gli effetti sonori sono piacevoli da ascoltare e il doppiaggio inglese è realizzato in maniera eccellente; vista la mole di testi piuttosto consistente e la strana “parlata” di certi personaggi, vi consiglio se non masticate davvero bene la lingua inglese, di munirvi della copia tradotta in lingua italiana.
Un ottimo prodotto quindi dal punto di vista tecnico, considerando anche il fatto che questi elementi sono ampiamente personalizzabili. In effetti, la copia che ho avuto modo di provare io girava sotto Steam e quando ho attivato tutte le migliorie grafiche possibili, è risultata un pelo appesantita; calcolate però che per la prova mi sono servito di un desktop Quad Core Intel q9450 con 4Gb di ram e una scheda video Evga 560 Titanium GTX e Windows Xp SP3.
Il gioco è risultato perfettamente compatibile, tranne il fatto che i filmati in HD mancavano dell’audio (c’erano i subs). Se utilizzate Windows 7 non avrete problemi, pensate che il mio processore è vecchio di 6 anni ed è ancora perfetto per giocare; al limite, in caso di prestazioni scarse potrete scalare il numero di animazioni presenti a schermo.
Che dire del gioco in sé? Molti avevano criticato i Daedalic per le animazioni poco curate di personaggi e fondali di alcuni giochi precedenti; qui il problema è stato corretto e ora tutto intorno a voi si muove (a patto di attivare la feature nelle opzioni come spiegavo prima) e lo scenario è vivo.
L’interfaccia è piuttosto semplice, se si sposta il puntatore sopra un oggetto dello scenario o un personaggio, automaticamente comparirà un’icona a forma di occhio o di bocca e potremo analizzare l’elemento in questione o avviare una conversazione. Premendo il tasto centrale del mouse e trascinando in basso la rotellina, si può visualizzare l’inventario, scegliere un item e utilizzarlo cliccandolo sull’hotspot dello scenario interessato. Premendo soltanto il tasto centrale, attiveremo una funzione speciale, utilizzeremo una moneta magica che ci permetterà di vedere ciò che è nascosto o quel che c’è di magico nei paraggi.
Tutte idee molto interessanti, ma avrei preferito un approccio a oggetti e personaggi più simile a quello Sierra e Lucas: non apprezzo le facilitazioni. Passando il puntatore su un oggetto, il gioco già mi limita ad una sola azione e così anche con i personaggi che si incontrano. Belli i tempi di Monkey Island, quando si poteva premere “Pick up” sul Capitano Kate e Guybrush tentava di rimorchiarla con strambe battute, oppure nei Sierra, quando le cose non erano mai “semplificate” o “facili” e si sudavano sette camicie tentando di capire se una roccia sullo sfondo era utile a risolvere un enigma o era solo un oggetto scenico… ma i tempi sono cambiati e nella testa dei programmatori di AG, probabilmente, noi giocatori siamo diventati un branco di poveracci che brancolano disperati nel buio mentre tentano di finire il gioco di turno.
Rabbit vi impegnerà per un congruo numero di ore (nella media dei giochi Daedalic) e vi darà soddisfazione portarlo avanti mentre si dipana una trama piuttosto “godibile”. Ecco, sì, questo gioco non è di sicuro un capolavoro del genere, non ci sono enormi colpi di scena, ma è appunto comunque estremamente godibile, uno dei migliori giochi sfornati da Daedalic. Gli enigmi ci sono e in buona quantità ed alcuni sono veramente difficili. Questo per me è un bene: viste le facilitazioni apportate dall’interfaccia, questa caratteristica va a bilanciare la longevità e l’elemento sfida offerta dall’avventura.
Però, ho notato che alcune volte gli indizi e i commenti del protagonista portano davvero un po’ troppo fuori strada, allontanandoci dalla reale risoluzione dell’enigma. Poco male, apprezzo le sfide. Visti i contenuti potrete giocarci con i vostri figli o nipoti senza timore e, nonostante ad una prima occhiata la tematica di fondo possa sembrare leggermente “infantile”, vi assicuro che piacerà anche ai più grandicelli tra di voi.
Esce il 5 novembre, potrebbe essere un bel regalo di Natale. Aggiungo infine una nota: purtroppo il sottoscritto è incappato nella nuova politica di molte software house di rilasciare il gioco senza averlo prima beta testato a dovere. Mi sono ritrovato a dover re iniziare il gioco almeno 3 volte perché i salvataggi si corrompevano spessissimo, ma piano piano, grazie alle segnalazioni dei giocatori su Steam, Daedalic ha provveduto tramite una serie di patch a sistemare queste problematiche. La versione che andrete a giocare non presenterà questo problema, quindi questa grave lacuna iniziale (comodo fare il beta-testing sulle spalle degli utenti!) non influenzerà il mio giudizio, che resta perciò positivo.
Un bell’8 non glielo leva nessuno. In termini OGI direi: 4 stelline.
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