Neo Cab

A Los Ojos si trovano tutte le ultime meraviglie della tecnologia, inclusi i taxi “auto-guidanti” di Capra, la megacorporazione che controlla la città.

Lina è una tassista e non è molto felice di vedere il proprio lavoro messo a rischio dalle nuove auto. Ma si sta comunque trasferendo a Los Ojos, perché è stata invitata dalla sua migliore amica di un tempo, Savy. È l'occasione di riallacciare i rapporti con lei, finalmente.

Ma quando Savy sparisce senza dare notizie e lasciando Lina senza neanche un posto per dormire, la situazione cambia radicalmente.

Così inizia Neo Cab, visual novel futuristica di Chance Agency, approdata sui nostri schermi da poco. Nei panni di Lina, dovremo riuscire a guadagnarci da vivere a Los Ojos, giorno dopo giorno, mentre investighiamo sulla scomparsa della nostra amica e, soprattutto, mentre osserviamo i cambiamenti che stanno avvenendo nella città.

La città di Los Ojos, la società di Neo Cab in generale, è una proiezione non troppo lontana nel tempo della nostra società e delle sue nuove problematiche, relative, in parte, alla tecnologia e all'abuso che ne viene fatto a spese, di solito, dei consumatori.

Per certi versi, Neo Cab ha molto in comune con Eliza, ma devo dire che Neo Cab riesce a rendere ancora più personali tante delle conseguenze che in Eliza restavano solo teoriche.

Vediamo subito, per esempio, la situazione di Lina, una delle ultime tassiste in un mondo che si sta riempiendo di macchine guidate dalla IA. È molto palese l'ansia di Lina di restare senza lavoro, cosa rimarcata dal fatto che i suoi clienti si sorprendono di trovare un “vero tassista”, come se la cosa fosse ormai un relitto di un'epoca lontana.

Ancora più straniante è l'incontro con due clienti, che cercano di “testare” Lina per capire se sia umana o sia solo un robot che finga di esserlo. Al di là di come finisce questa piccola analisi, è indice di un mondo che, rispetto a quello in cui noi ancora viviamo, sta ribaltando alcuni dei suoi valori e delle sue opnioni: lasciare la guida alle auto alle AI, per esempio, viene considerato “più sicuro” che lasciarla agli esseri umani, tant'è che nel corso del gioco assisteremo all'avanzare di una legge che vuole proibire del tutto a ogni umano di guidare.

Queste problematiche sono legate a doppio filo a un'altra innovazione tecnologica di Capra, la megacorporazione della città: i Mood Bracelet. Ricordate quando da piccoli trovavate nelle patatine quegli anelli che cambiavano colore con il vostro umore? Ecco, il Mood Bracelet è essenzialmente questo: lo indossate e lui cambia colore a seconda di come vi sentite. Lina ne riceve uno in regalo dalla sua amica.

Naturalmente, avere sempre le proprie emozioni messe in piazza e avere un oggetto attaccato addosso che “legge” costantemente come stai apre una serie di problematiche, sulla privacy e sulla manipolazione possibile da parte di chi il braccialetto le crea, che non sto neanche a elencarvi.

Tutto questo, come dicevo, è mostrato in modo molto umano, dal punto di vista di Lina e dei suoi clienti. Neo Cab segue questo schema: prima dovremo fare almeno 3 corse con i clienti, poi dovremo trovare un posto per dormire (a seconda del nostro budget), tenendo conto anche che ogni tanto occorrono soldi per “fare benzina”. Il lato manageriale del gioco è molto semplice e non si rischia davvero di restare senza soldi, se facciamo un po' di attenzione.

La vera variabile sono i clienti, perché a seconda di come li tratteremo e delle conversazioni che avremo con loro, riceveremo un punteggio più o meno elevato e più o meno soldi. Se scendiamo sotto le 4 stelle di punteggio, avremo solo 3 corse per rettificare la situazione prima del game over.

Le conversazioni sono il vero cuore del gioco. Dovremo conoscere i nostri clienti e rispondere in maniera adeguata, tenendo a bada le nostre emozioni, che influiranno sulle battute di dialogo a nostra disposizione: se Lina sarà troppo arrabbiata, o troppo felice o troppo triste, potremmo trovarci costrette a dire determinate cose o impossibilitati a dirne altre. Bisogna un po' gestire questo equilibrio: compiacendo troppo i clienti nelle loro opinioni, si rischia di arrivare a uno stato emotivo che ci è sfavorevole; viceversa, dicendo quel che pensiamo sempre e comunque, rischiamo di risultare sgradite e di ricevere una cattiva valutazione.

I clienti sono spesso ricorrenti (starà a noi decidere quanto spesso servirli) e ognuno ha la sua mini-storia da scoprire e da portare a compimento. Non voglio raccontarvi le mie preferite perché vi rovinerei la sorpresa, ma le ho trovate tutte carinissime e ben fatte. È attraverso di loro che vedremo le sfaccettature delle problematiche che Neo Cab “affronta” ed è sempre attraverso di loro che il gioco ci mostra quello che la società rischia di perdere con una sostituzione indiscriminata della tecnologia al posto degli esseri umani.

Dove Neo Cab non mi ha soddisfatta molto è nella storia principale, che ho trovato un po' tirata per i capelli. Ho apprezzato molto però l'ultima scena, una specie di puzzle/showdown fra le due amiche, in cui dobbiamo manipolare i nostri (di Lina) e i suoi (di Savy) stati emotivi per riuscire ad arrivare a una soluzione che fa “vincere” la nostra protagonista su più livelli.

Ci sono diversi finali in Neo Cab, legati a questa scena finale, ed è possibile, credo, trovarli tutti solo rifacendo l'ultima parte.

Passando al reparto tecnico, ho poco da dire su grafica e sonoro: entrambi sono adeguati anche se un po' anonimi. Il gioco è anche in italiano, per la gioia dei tanti non-anglofoni in lettura; se si volesse comunque affrontarlo in inglese, i testi non sono difficili, ma sono presenti diversi neologismi.

Neo Cab è una buona visual novel, in un certo senso complementare a Eliza: lì dove Eliza ha delle pecche (le scelte poco significative, per esempio), Neo Cab riesce bene e viceversa a Neo Cab manca un po' della raffinatezza, sia nella scrittura che nella psicologia dei personaggi, che ha Eliza. Ma fa bene il suo mestiere e offre una critica non pedante alle problematiche tecnologiche di oggi, mostrate sotto la luce diversa di tante piccole storie.

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