Finalmente il lavoro è stato completato, è pronto per tutti gli appassionati e non. No, non parliamo del gioco che è stato rilasciato ormai da tempo ma del lavoro di sottotitolazione in italiano del documentario sullo sviluppo dello stesso.
Perché ricordiamo durante la strepitosa raccolta fondi su KickStarter fu promesso (e poi ovviamente mantenuto) che si sarebbe girato e reso disponibile su un documentario per raccontare e accompagnare lo sviluppo del gioco. Per molti forse la cosa più interessante, anche del gioco che in fondo non è stato quel supercapolavoro che molti attendevano, di tutto il progetto che è ruotato intorno a questa, al tempo, nuova modalità di finanziamento che si è rivelata nel crowdfunding.
Per permettere a tutti la fruizione di questo documentario, anche ai meno anglofoni di noi, si deve ringraziare Diduz, cioè chi è dietro il famoso blog LucasDelirium, che ha tradotto e reso disponibile in italiano i sottotitoli del documentario. Questi sono usufruibili sia mediante download dal blog, cosa che permette di godersi il documentario offline con un piazzamento più intelligente dei subs che non copre parti interessanti del video, sia già embendati su Youtube dove si possono abilitare durante la visione sul canale ufficiale dei Double Fine (autori del gioco e protagonisti del documentario stesso).
Buona visione e vi lasciamo con il Kickstarter Pitch Video (anche esso sottotitolato) che di fatto apre questo documentario.
Visita il blog di LucsaDerilium e la pagina con i sottotitoli
Documentario Double Fine Adventure su YouTube
Sito della Double Fine e della 2 Player Productions (che ha realizzato il documentario)
Finanziato grazie ad una raccolta fondi record sul KickStarter, a lungo atteso e in due parti diviso Broken Age (nomen omen) è, come da promessa, un ritorno al passato, un tentativo di creare un capolavoro degno dell’epoca d’oro del videoludo. Di più: Broken Age è il ritorno di Tim Schafer all’avventura grafica pura, il genere che lo ha consacrato all’olimpo del gaming. Pregi e difetti.
Vella & Shay
Il titolo di Double Fine si apre con un menu di selezione che permette di intraprendere a turno le avventure di Vella o Shay, due bambini oramai divenuti adolescenti. Quella che si presenta al giocatore è una sfarzosa schermata bipartita gravida di premesse che trasuda vecchie, ma buone dicotomie e chiari simbolismi: sole e luna, ragazzo e ragazza, bianco e nero, natura e scienza sono elementi che ci pongono immediatamente di fronte alla realtà di due universi differenti che cercano di sfiorarsi, di fondersi e che, forse, non arriveranno mai ad incontrarsi se non per brevissimi momenti.
Mamma 2.0
Nelle profondità dello spazio, a bordo dell’incrociatore Nostranavis, un’intelligenza artificiale impazzita che risponde all’identificativo di “Mamma” tiene prigioniero un adolescente di nome Shay Volta; intorno al proprio “cucciolo” ha elevato scudi protettivi di pezza e innalzato firewall a base di panna montata.
Accade poi che l’infanzia termini, che ci si stufi di questa prigione imbottita. È in questo preciso momento che si risveglia il lupo, un’entità latente finché un giovane ragazzo che cresce prova il desiderio di salvare damigelle in pericolo.
Costume
Nel contempo, lungo le coste glassate di Dulcia, Velouria Tartine ha ricevuto il più grande onore: essere selezionata per partecipare al banchetto delle damigelle… come portata principale!
Un leviatano iroso, il temibile Mog Chotra, minaccia periodicamente il pacifico villaggio di fornai e deve essere placato. Quello di Vella è un mondo fatto di bei vestiti, torte e pasticcini e parenti sorridenti (con una piacevole eccezione) che, con nonchalance, imbastiscono un sacrificio che ha i crismi di una festa di compleanno o forse di un addio al nubilato.
Puzzle 1.0
Broken Age parte uno è un viaggio che ha il sapore dell’avventura punta e clicca tradizionale, qui proposta con sfide facilitate per meglio incontrare i gusti delle generazioni moderne; una prima tranche semplificata forse anche per rimanere in linea con il tema del gioco.
Nulla di male: il titolo, che ha il suo punto di forza nella presentazione e nell’illustrazione delle vicende, scorre veloce (circa 4 ore) e si regge piacevole sulle invenzioni di enigmi “innocui”.
I puzzle hanno lo stesso valore pedagogico del gioco delle forme, perché in BA è divertente aprire pacchi regalo, camminare sulle nuvole (letteralmente!), raccogliere spruzzatori di panna montata e premere bottoni colorati senza sentire il “peso” della sfida; il tutto mentre impariamo a conoscere Vella e Shay.
“Nuvole di panna su nel cielo” – cit.
Non si può continuare a parlare di BA, senza rendere tributo all’eccellente grafica. Dal sapiente pennello dell’artista Nathan Stapley, intinto sulla tavolozza del genio di Tim Schafer (inventore del Cron-o-binetto!), non potevamo che aspettarci una massiccia iniezione di fantasia in quella che presto si traduce in una psichedelica overdose sensoriale.
La grafica di BA è un tripudio di tinte sature e forme stilizzate: sull’astronave di Shay troviamo un quadro comandi di gomma, che pare scaturito da un catalogo di articoli per la dentizione, e tanta, tanta lana lavorata in buffi animaletti antropomorfi; le cabine di teletrasporto sono “comari” pasticcione e parlanti, mentre icone colorate formano una segnaletica di sorrisi e frecce che decora le pareti della Nostranavis. Non mancano, nei punti chiave, orbi di controllo che materializzano, con inquietante frequenza, il volto benevolente e sempre vigile di Mamma.
Per contro, Vella, rigorosamente a piedi scalzi, galleggia leggiadra fra le periferie di villaggi di nuvole dipinti, casette di dolciumi, paeselli costruiti con sabbia e secchiello e foreste di alberi parlanti; ciascun ambiente popolato dalle costituenti basilari delle fiabe: tagliaboschi, nonne, serpenti.
Molto del “testo” di BA è nelle immagini, nelle invenzioni e nei personaggi fantastici e coloratissimi. BA è come un libricino per bambini con le sagome che si innalzano pronte per essere afferrate e manipolate per il nostro godimento.
Il lupo perde il pelo… e tutto il suo charme
Dopo un primo atto fatto di non troppo velate, ma eleganti allegorie, di raffinate maschere e buffe ubicazioni, Tim decide inspiegabilmente di togliere il vestimento a tutte le sue creazioni, mostrandocele per quello che in realtà sono. Mai scelta fu più infelice!
Nudo, Broken Age delude. Quando l’allegoria sveste la giubba e assume le sembianze di ridicoli alieni, che paiono fuoriusciti da uno dei peggiori episodi di Star Trek, e di pallidi genitori che vantano un campionario di battute estremamente povero, finalizzato in buona parte alla risoluzione degli enigmi, BA si sgretola come un castello di Costarena davanti ai nostri occhi.
Un villain formidabile, in grado di rivaleggiare con i fasti di Adrian Ripburger o di Hector LeMans, un nemico che nel primo atto ci era parso alla stregua di un frammento di psiche che si ribella agli schemi sicuri dell’infanzia, diventa un antagonista da B-movie con cui condivide la propensione per lo sproloquio. Lo stesso incontro di Vella con l’entità Mamma è momento assolutamente anticlimatico: se era logico immaginare che l’argomento principale del dibattito fosse Shay, preparatevi piuttosto a disquisizioni su come armare una bomba e come reindirizzare i controlli manuali dell’astronave.
Al di là dell’interpretazione, che è elemento legato alla sensibilità di ciascuno, mi pare oggettivo il difetto di BA: mentre nella prima installazione le allegorie vengono presentate al giocatore tramite due vettori complementari, i.e. grafica e testo, nella seconda parte questa comunione di spezza, gli ambienti fungono unicamente da cornice ai puzzle, mentre il narrato viene condensato in due lunghissime esposizioni didascaliche, peraltro prive di mordente.
Con un po’ di fantasia è ancora possibile ricollegare gli scampoli di trama presentati nel secondo atto a quanto già appreso e immaginare un quadro allegorico complessivo che però non ha né la forza, né la freschezza della prima parte, arrivando a “culminare”, per altro, in un finale scialbo e banale.
Puzzle 2.0
Broken Age atto II doveva essere il momento in cui i due protagonisti, scambiatisi di contesto, maturavano e discioglievano le bugie intessute per il loro bene dai genitori, perché Broken Age mi era parsa una novella della crescita, e invece ci troviamo dinanzi al classico muro di enigmi innalzato in locazioni riciclate (fatte salve alcune variazioni cosmetiche davvero minime).
Non solo dobbiamo tutta la longevità della seconda parte (doppia rispetto alla prima, parliamo di circa 8 ore) al lavoro necessario per disciogliere i puzzle, ritroviamo qui quanto di “peggio” la generazione old-school abbia partorito nel corso degli anni: backtracking, pensiero laterale e trial and error. Per aggiungere danno alla beffa, molti degli enigmi sono i medesimi dell’atto primo, riproposti al giocatore in una variante a difficoltà aumentata.
È doveroso poi accennare ad un particolare enigma concernete la riattivazione di un simpatico poliedro, un puzzle talmente “eccitante”, almeno così deve essere parso a Tim, che, per l’occasione, saremo costretti a rifare ben TRE volte!
Quel che è peggio, Broken Age atto II si svolge come un episodio di McGyver, o A-team, dove i protagonisti sono intrappolati in un ambiente “ostile” disseminato per nostro uso e consumo di tutte quelle chincaglierie utili per fabbricare impensati ed impensabili (almeno finché non realizzati) ordigni, aggeggi e congegni necessari per evadere col botto! Sic!
Infine, il gioco nasconde indizi per procedere nella storia di Shay nei segmenti di Vella e viceversa, spezzando così la sospensione dell’incredulità. Il giocatore è costretto a diventare entità alienata dal gioco che tutto gnosce; solo la sua onniscienza consente di trasmettere gli indizi tra i due personaggi grazie ad una supposta telepatia fra i due character (unica spiegazione possibile, ma non soddisfacente).
Sonoro 2.0
La musica di BA rientra nella categoria non mi ha dato fastidio, né mi ricordo di alcun brano in particolare. È bene invece spendere due parole sul doppiaggio: Elijah Wood (Frodo della trilogia dell’anello), Wil Wheaton (il guardiamarina Wesley Crusher di Star Trek: Next Generation) e Jennifer Hale (la metà dei videogiochi in commercio) sono alcune delle voci celebri che donano verbo alle belle figure. Il lavoro svolto è qui incredibile con Jennifer Hale che, nemmanco a dirlo, è carismatica come al solito.
Il gioco spezzato
Broken Age, con la sua produzione travagliata, dimostra chiaramente come spezzettature, episodi e trilogie non giovino all’armonia complessiva di un videogioco. E non si tratta necessariamente del riciclo di alcuni asset o, finanche, di un finale poco ispirato, il vero problema riguarda la possibilità di modificare in corso d’opera. Durante il gap fra un’installazione e la successiva si rischiano contaminazioni sia da parte dello stesso artista, che dedicando troppo tempo all’opera rischia di appesantirne le “tinte”, sia da parte del vociare di un pubblico insoddisfatto che richiede modifiche sostanziali, spesso con poca cognizione di causa.
È anche dilatato il tempo concesso al giocatore per pensare e riflettere sulle tematiche del gioco; c’è tempo per farsi un’idea e “ricamare” su di essa per poi provare frustrazione quando si realizza d’improvviso che il giocattolo ha preso una direzione diversa rispetto all’immaginato e da quanto sperato.
Soppesando
Come si può non volere bene a Tim Schafer? Day of the Tentacle, Full Throttle e Grim Fandango, esistono grazie al suo genio. Pregi e difetti di Broken Age sono sulla bilancia, il giudizio complessivo dipende dunque da quanto siamo disposti a perdonargli.
Per quanto mi riguarda la bontà del primo atto, corto ma ispirato, viene vanificata dal cambio di rotta del secondo. La trama spoglia e spogliata, il muro di enigmi eretto e le ambientazioni riciclate deprezzano il valore complessivo dell’avventura che raggiunge una sufficienza stiracchiata, un sei di incoraggiamento che fa del titolo Double Fine il classico capolavoro mancato.
I sottotitoli in Italiano del documentario dedicato alla produzione di Broken Age, su LucasDelirium
"Iniziata nella primavera del 2012 e conclusasi tre anni dopo, la lavorazione dell'avventura grafica Broken Age di Tim Schafer, realizzata dalla sua Double Fine Productions, è stata raccontata dai 2 Player Productions con un documentario in venti puntate. Non un semplice aggiornamento ripreso col telefonino o col tablet, ma un documentario vero e proprio, girato e montato da professionisti, un lavoro che si regge sulle sue gambe. Un'operazione niente affatto secondaria alla produzione del gioco in sè, pagata dai backer nella stessa campagna Kickstarter (febbraio-marzo 2012), evento epocale per il finanziamento di produzione videoludiche indipendenti. Intervistati o colti al volo dalle videocamere del regista Paul Owens e della sua troupe, Tim e i suoi ci fanno capire, volontariamente o involontariamente, cosa significhi realizzare un videogioco: ricerca creativa, responsabilità, errori di calcolo, definizione di un modus operandi, spirito di corpo, orgogli personali, delusioni, soddisfazioni e soprattutto tre anni della propria vita dedicati a un progetto."
Con queste parole Diduz (creatore di LucasDelirium e storico membro e collaboratore di OldGamesItalia) ci presenta il suo nuovo progetto: la sottotiotolazione in Italiano del documentario dedicato alla produzione di Broken Age, l'ultima avventura grafica di Tim Shafer.
Il bravissimo Diduz ci regala oggi un articolo particolare: una "lettura interpretativa" della trama di Broken Age, che potete leggere in versione completa sul suo sito, LucasDelirium.
Diduz ci spiega che il suo post nasce dal: "veder liquidare Broken Age come infantile, sgangherato e privo di carisma: reagisco con sofferenza perché trovo Broken Age secondo solo a Psychonauts come ambizione di contenuti, tra i lavori di Schafer (sì, nemmeno Grim Fandango era così ambizioso nei contenuti, per quel che mi riguarda, pur essendo migliore come esperienza complessiva)."Il suo articolo nasce quindi per "creare una soluzione miscelata a un' "interpretazione del testo", che ne valorizzi il lavoro di scrittura (ma che all'occorrenza critichi anche alcune falle). Lo scopo non è farne il capolavoro che non è, ma cercare di rettificare una tendenza per me a dir poco sconcertante, cioè quella di usare addirittura il gioco come metro di paragone negativo nelle conversazioni che leggo in giro nella rete.".
Se lo scopo è riuscito, questo sta a voi giudicarlo. Noi vi lasciamo al suo interessante articolo e alla piccola discussione che è nata sul forum di OGI, che trovate al link qua sotto. Diteci la vostra!
Poco più di un anno fa Ragnar Tornquist aveva riacceso le speranze di tutti gli appassionati di avventure grafiche ed in particolare coloro che avevano adorato The Longest Journey e Dreamfall, annunciando un progetto Kickstarter incentrato sulla realizzazione di Dreamfall Chapters, il sequel dell'ultimo capitolo della saga, che risale al 2006. La campagna di crowdfunding si era conclusa positivamente raggiungendo un budget di circa un milione e mezzo di dollari ai quali si erano aggiunti 174 mila dollari donati dal Norwegian Film Institute. La novità è che, nonostante non fosse inizialmente previsto, lo stesso Tornquist ha annunciato su Twitter che il titolo verrà distribuito in cinque diversi episodi nel tentativo di ottenere ulteriori fondi che permetteranno di seguire l'evoluzione di un'idea che "si sta rivelando più ambiziosa di quanto inizialmente preventivato".
"Il processo creativo è imprevedibile" ha aggiunto il papà di April Ryan e Zoe Castillo, "Avremmo potuto effettuare qualche taglio, eliminare qualche personaggio, qualche locazione, sfoltire la trama, ma avremmo rilasciato un gioco diverso da quello che avevamo in mente e che avevamo promesso ai backer" . In una modalità molto simile a quella di Broken Age della Double Fine di Tim Schafer, il primo episodio di Dreamfall Chapters, che si chiamerà Book One e verrà distribuito per pc, Mac e Linux in autunno, permetterà di ottenere ulteriori introiti e fungerà dunque da traino per i successivi. Ai backer che hanno partecipato al Kickstarter saranno garantiti tutti e cinque gli episodi senza ulteriori esborsi, mentre per tutti gli altri sarà possibile acquistare i vari capitoli su Steam, GOG, Humble Store.
Angolo dell'avventura che questa settimana parte con il botto, grazie al nuovo trailer dedicato a Tesla Effect, titolo di cui abbiamo già parlato qualche mese fa e di cui potete seguire la discussione sul nostro forum o con gli amici di JTA.
Amici di JTA che peraltro ci portano una carrellata di notizie dal mondo del punta e clicca da leccarsi i baffi e quindi non perdiamo tempo e lanciamoci sull'aggiornamento!
Il 19 settembre è la data in cui vedrà la luce il quarto - e ultimo - episodio dell'ambiziosa serie "Cognition"; potete gustarvi il trailer nel forum di JTA.
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Svelato il cast dei doppiatori di Broken Age. Eccolo per voi dal forum di JTA
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Passi avanti ne sono stati fatti, sopratutto se vi ricordate delle primissime immagini pubblicate. Qui sopra potete vedere uno degli ultimi screenshots di Alcatraz, il cui sviluppo sembra procedere bene.
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Sviluppato dai Buenos Aires Quarantine, Nosebound è il titolo di un'avventura grafica episodica dalle chiare tinte noir. Ci caleremo nei panni di un investigatore privato, di nome Ray Hammond, un uomo conosciuto per i suoi metodi poco ortodossi. More info sul forum di JTA.
Per questa settimana è tutto. Non vi resta che salutarci sull'Ogi Forum
La situazione era già nota da tempo: nonostante (o forse per colpa di) lo straordinario successo della campagna kickstarter di Broken Age, la nuova avventura targata Double Fine, i soldi raccolti per il suo sviluppo non sono sufficienti a garantire il completamento del gioco nella maniera pensata da Tim Schafer. Secondo lo stesso Schafer, se il gioco venisse rilasciato applicando gli ultimi ritocchi a quanto già prodotto, i contenuti da tagliare ammonterebbero al 75% di quelli fin qui pianificati.
Ma è notizia di queste ore che, per evitare un simile disastro, la Double Fine ha deciso di rinunciare a proporre un secondo kickstarter (che sarebbe stato un colpo d'immagine mica da ridere) e di rilasciare il gioco in due parti, la prima delle quali proposta nella formula dello Steam Early Access, dove chi paga ha diritto di provare la beta del gioco prima della release ufficiale (quasi un beta testing a pagamento, insomma). La speranza è che questa soluzione, che partirà a gennaio 2014, consenta di finanziare i lavori sulla seconda parte del gioco (prevista per maggio 2014), limitando al minimo i tagli da effettuare per rientrare nei costi.
La rete e soprattutto i backer della prima ora (che comunque avranno diritto a scaricare il gioco completo senza ulteriori esborsi di denaro) non stanno prendendo bene la notizia, soprattutto perché la campagna kickstarter per Broken Age aveva raccolto quasi dieci volte la cifra richiesta in origine. Diciamo che, come tutti i geni creativi, il buon vecchio Tim ha le idee un po' più vaste del suo portafogli.
La lettera di Tim ai backer (da Kotaku.com)
Discutiamone nell'OGI Forum
Ci sono occasioni che un oldgamer non dovrebbe perdersi e crediamo sinceramente che questo Humble Double Fine Bundle sia una di queste visto la quantità e la qualità di giochi che vi vengono offerti con un piccolo obolo alle vostre finanze.
Con un'offerta libera vi portarete a casa infatti Costume Quest, Stacking e Psychonauts, mentre per un'offerta superiore alla media vi aggiudicate Brutal Legend, per poi salire, con un'offerta di almeno 35 dollari, al premio massimo ovvero Broken Age, l'avventura grafica vecchio stile di cui vi abbiamo parlato più volte. Direi che è ora di passare in banca e fare un prelievo...
Finalmente sono stati tolti i primi veli alla attesissima Double Fine Adventure, avventura nata con kickstarter e che ha dato il via ad una vera e propria ondata di titoli autofinanziati; anche i non baker possono ora conoscere finalmente il nome, Broken Age e alcuni dettagli sulla trama che si preannuncia stuzzicante.
Nel titolo Double Fine vivrete infatti la storia di due ragazzi, separati in mondi fra loro molto diversi e tesi nel tentativo di emanciparsi da realtà che non sentono loro; riusciranno a incontrarsi? I due universi si influenzano vicendevolmente? Cosa lega i due protagonisti? Non ci resta che attendere qualche aggiornamento per rispondere a queste domande o....diventare a vostra volta dei bakers!
Il sito di OldGamesItalia è attualmente "in letargo". Nuovi contenuti saranno aggiunti con minore regolarità e con possibili lunghe pause tra un articolo e l'altro.
Il forum rimane attivo, ma meno legato al sito, e gli aggiornamenti riguarderanno principalmente le sezioni di IF Italia e della versione italiana del Digital Antiquarian e del CRPG Addict.
Grazie a chi ci è stato vicino nei vent'anni di attività "regolare" di OldGamesItalia, a chi ha collaborato o a chi ci ha soltanto consultati per scoprire il mondo del retrogaming. Speriamo di avere presto nuove energie per riprendere un discorso che non vogliamo davvero interrompere.
Grazie, OGI. Arrivederci!
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