Alla fine del primo episodio, Kate aveva definitivamente lasciato la madre, in fidanzato, tutta la sua vita passata di avvocato e aveva seguito Hans Voralberg nel suo magico viaggio verso Syberia, la mitica terra ove si pensa possano esistere ancora i mammutt. Syberia 2 parte esattamente da questo punto, riprendendo il "viaggio" che avevamo lasciato a "metà" nel primo episodio (anche chi non ha giocato il primo episodio non si preoccupi, perchè è presente un riassunto che è disponibile all'inizio del gioco stesso).
Devo dire che, fondamentalmente, il gameplay è rimasto invariato rispetto al primo gioco, ed anche dal punto di vista tecnico, sonoro e grafica sono sostanzialmente gli stessi ( a parte dei piccoli ritocchi, di gran classe, ai disegni delle ambientazioni e alle musiche, sembre estremamente evocative). Quello che però più di tutti è rimasto piacevolmente invariato è l'atmosfera che permea tutto il gioco. La ricerca di Hans, questo strano, bizzarro
personaggio incontrato nell'episodio precedente, di questa terra mitologica, dei ricordi di un'epoca che (forse) non esiste più, si configura più che altro come un viaggio spirituale verso il raggiungimento del suo sogno, l'unico scopo di tutta la sua vita: vedere un mammutt vivo, in carne e ossa.
Questa meta, apparentemente un qualcosa di "utopico", diventa anche la meta della nostra Kate, che decide di lasciarsi alle spalle il proprio passato per aiutare Hans, il quale sebbene vecchio, debole, malato, porta dentro di se intatta l'energia interiore della propria adolescenza: ed è proprio questo che Kate ammira di più in Hans stesso.
Bisogna sottolineare comunque che l'intensità delle emozioni provate in questo secondo capitolo è stata sicuramente alta (per me), ma tuttavia non ha raggiunto le vette del primo episodio. La storia, dall'indubbio valore, è coinvolgente, ma non come nel primo gioco: in effetti ho avuto in diverse occasioni la spiacevole sensazione di "vivere" qualcosa che avevo già vissuto. Tutto questo, unitamente al fatto che gli enigmi sono diminuiti in numero e ulteriormente semplificati (tranne un paio di eccezioni, ad esempio nelle levette nel quadro di comando dell'aereo precipitato), alla lunghezza di gioco diminuita, e al fatto che potremo esplorare molti meno ambienti rispetto a quanto accadeva in Syberia 1 (e tutti sulla stessa tematica della neve) ne minano significativamente la valutazione.
Tuttavia, le ultime fasi di gioco e l'pilogo dello stesso, con il filmato finale, sono
assolutamente struggenti. E, certamente, non posso nascondervi che l'emozione del finale è stata immensa...
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