Mentre tutti si erano lanciati in richieste e supposizioni io ero rimasto nell'angolo, in silenzio, anche quando ero stato tirato in ballo. Tutti erano intorno a quella strana pergamena , tranne quel Caspar che come me sembrava leggermente distaccato. Hotter invece sembrava molto eccitato, non so se fosse l'alcool che avesse ingerito o la presenza di questi due damerini , ma sembrava fuori di sè, non lo avevo mai visto in un tale stato di fibrillazione. Avevo osservato anche l'Inglese sfiorare l'azalea. Per la prima volta qual tipo mi era sembrato "umano". Mentre tutti erano in piedi ad ascoltare risposte o a formulare altre domande, io ero ancora seduto.
Prendo un'altra sigaretta e la accendo. Fumo lentamente, aspettando che il chiacchiericcio si plachi un po' e nel frattempo cerco di ascoltare ogni singolo intervento. Strano tipo quel Thurwell, con quell'aspetto non poteva che essere un topo di biblioteca. Il suo balbettio inizialmente mi infastidisce ma poi diventa quasi piacevole. Noto come invece come la sua lingua si sciolga quando si dilunga in spiegazioni tecniche su questo "quadrato magico" o come diamine lo ha chiamato. L'altro tizio, quel Dashiell, ancora non riesco ad inquadrarlo, dice di avermi già visto e di conoscere Gerry, ma io non mi ricordo affatto di lui. Se c'è qualcosa che ho imparato in questo mestiere è a riconoscere le persone, la cosa mi incuriosisce non poco. Con quello sguardo furbo e quelle risposte sibilline , mi sembra uno che nasconde qualcosa, qualcosa di non proprio pulito. Tiro una boccata di fumo e riprovo ancora a ricordare il suo volto. Niente. Benché padre Micheál mi dicesse sempre che avessi una predisposizione per la matematica, tutta questa storia dei numeri magici mi aveva causato solo un gran mal di testa e l'ipotesi che ci fosse di mezzo qualcosa di occulto non mi convinceva affatto, almeno al momento non c'era nulla che non potesse essere ricollegato ad un banalissimo omicidio. Sono un tipo pratico e dunque il mio interesse è caduto da subito su due aspetti, sulla macchia di sangue e sull'utilizzo del plurale nella frase di Dashiell. Non resta che fare il primo passo. Mi alzo e mi schiarisco la voce, lascio la sigaretta nel posacenere che ho già usato in precedenza, con l'intento di riprenderla e mi rivolgo ai due signori , presentandomi .
AZIONI SOSPESE IN ATTESA DI CONFERMA:
Mi avvicino all'uomo e poi lo guardo fisso negli occhi. <Signor Dashiell, lei dice di avermi già visto in più di un'occasione e di conoscere mio fratello Gerry. Sfortunatamente però io non mi ricordo affatto di lei e non mi pare di averla mai senttia nominare. E sono uno che non dimentica volti e nomi. Potrebbe spiegarmi in che circostanza ci siamo incontrati e precisamente per quale motivo?> [ USO: Seguire tracce (60%)].
<Lei ha parlato al plurale, come se i committenti siano più di uno , ma non ci vuole spiegare di più. Io insisto e credo sia essenziale porle questa domanda, chi ha messo su tutto questo teatrino? Perchè questo pezzo di carta è così importante?> [USO: Persuadere (50%)]
<Questa macchia di sangue parla chiaro, lei stesso ha parlato di omicidio. Se vuole il mio aiuto credo sia necessario che lei mi spieghi meglio il contesto di questo strano caso e i dettagli della morte dell'uomo il cui sangue è chiaramente presente su questa pergamena. O forse lo ha già fatto alla polizia? > . Mentre finisco la frase poso la mano all'interno della giacca, esattamente all'altezza del mio porta pistola in cordura, che sfioro per pura abitudine, poi tento di nascondere questo gesto fingendo di massaggiarmi lo sterno. [USO: Intimidire (50%)]
Riprendo la sigaretta e mi siedo in attesa delle risposte.